Ho deciso di raccontare il mio percorso di guarigione dal tumore, annunciato la settimana scorsa, prima di tutto perchè fa bene a me e in secondo luogo perchè potrebbe essere utile a qualcuno che magari sta vivendo situazioni come la mia. Vi racconterò le mie sensazioni durante questa passeggiata.
Una Settimana Intensa di Preparazione
Questa è stata una settimana operativa, martedì scorso ho fatto la biospia che conferma la diagnosi e le vaccinazioni che serviranno dopo l’asportazione della milza che verrà tirata via insieme al tumore, mercoledì prossimo ho una tac che penso sarà l’ultimo esame prima dell’operazione che, sarà, mi auguro, tra fine novembre e inizio dicembre.
A proposito dell’asportazione della milza, la battuta che mi è venuta in mente è:”Caspita, così non potrò avere più la scusa, quando vado a correre, di dire: fermati perchè mi fa male la milza, è un grande vantaggio che mi aiuta ad eliminare la scusa della pigrizia con dei pretesti :-).
Questa settimana ho fatto un giretto per l’Italia lavorando con alcuni clienti, sia in presenza che da remoto, e sto molto bene, mi sono divertito parecchio.
Il Supporto e l’Affetto Ricevuto
Sto molto bene anche grazie a tutta la solidarietà e i messaggi, pubblici e privati, che ho ricevuto la scorsa settimana da molti di voi che mi hanno fatto stare veramente bene, sono stati centinaia: non mi aspettavo tanto affetto, mi ha stupito, piacevolmente, grazie.
Qualcuno, che mi conosce personalmente, mi ha mandato un messaggio: “Non so se telefonarti, perché non saprei cosa dire”.
Ho risposto: “Primo, non sto morendo, secondo, non ho nessuna intenzione di morire e se mi scrivi in questo modo, anche se comprendo il tuo stato d’animo nell’affrontare certi argomenti, mi tocco le palle.
La cosa da dire, nel mio caso, è semplicemente:” Ciao come butta?” Come si fa sempre, ti racconto un po’ di cose, mi racconti un po’ di cose, ci facciamo due risate e stiamo in contatto.
Non la faccio facile, non è facile, ho paura, però so che, per me, parlare, chiacchierare, scrivere è terapeutico e quindi, se hai il mio numero di telefono e ti fa piacere chiamarmi sappi che non mi dai fastidio, mai, anzi.
In questi giorni ho maturato questa consapevolezza: il tumore non è un ospite, fa parte di me e per guarire servono due cose: testa e tecnica.
La Battaglia Mentale: Visualizzare la Guarigione
Durante i miei corsi, spesso racconto che tutto quello che facciamo lo realizziamo due volte: prima nella testa, in cui visualizziamo la scena che vogliamo realizzare e poi, successivamente, nel mondo fisico.
La testa è fondamentale e qui la vicinanza della mia famiglia e il vostro supporto mi aiuta, ma, nel buio della mia cameretta, quando mi corico, è una partita mia, che mi gioco da solo e, porca trota, sono abituato a vincere le partite in cui serve la testa e quindi sto visualizzando in modo positivo l’evolversi della malattia e mi vedo guarito quindi, lato testa, con tutti gli alti e bassi che comunque prevedo, perché non sono un cyborg, ci siamo.
C’è poi la parte tecnica e questo, onestamente non è un mio problema: il team di specialisti che ho scelto, sa cosa fare, lo farà bene, ed è un suo problema risolvere tecnicamente e positivamente la situazione, sono cazzi loro, non miei.
Un problema in meno da gestire.
La Scelta dello Specialista: Un Passo Cruciale
La scelta dello specialista a cui affidarci è fondamentale, io, come sa chi mi segue da tempo, faccio l’imprenditore, ho una piccola società di consulenza direzionale e so molto bene perché i clienti scelgono me e la mia azienda invece che gli altri, che tra l’altro è il motivo per cui io, e chi lavora nel mio team, abbiamo successo e cresciamo in termini di fatturato e ricavi ogni anno, mentre tanti degli altri fanno estrema fatica a uscire dal regime dei minimi: curriculum, reputazione, storie comprovate di successi e immedesimazione, se non li hai sei nei guai e, a certi livelli, improvvisare magari ti riesce per un po’, ma presto verrai sgamato e scartato dal business o relegato a ruoli da comprimario.
La scelta del mio specialista, quello che ha già iniziato a lavorare in team con me, non è stata semplice, è stata ponderata e oggetto di tante valutazioni mie e delle persone di cui mi fido.
Ho avuto anche la fortuna di avere una voce critica in modo costruttivo rispetto alla mia scelta, da uno di voi, che non conosco bene ma stimo molto, mi ha fatto molto piacere e ti ringrazio, non serve mettere il nome, se mi leggi, sai chi sei: il colloquio avuto sabato scorso con te, se da una parte mi ha preoccupato, dall’altra, per le considerazioni che hai fatto alla fine, mi è servito molto. Grazie per esserti preso cura di me telefonandomi, eri già ad alti livelli nella mia stima, per altre cose, ora ancora di più: ti devo una cena.
Dal punto di vista tecnico oggi, è molto semplice, rispetto a 30 anni fa, capire con chi si ha che fare: è sufficiente andare su google, digitare il nome e si trova tutto.
Poi, come dico sempre: sta a noi, sulla base dei dati ricevuti, elaborare una strategia, siamo noi che facciamo le scelte finali.
Andrea Pietrabissa: Il Mio Capitano in Questa Battaglia
Il mio comandante, in questa passeggiata, che so che non sarà in un giardino di orchidee, è Andrea Pietrabissa, chirurgo del San Matteo di Pavia. Ha un curriculum lungo un chilometro, io ho tanti amici medici, mia sorella lavora in un ospedale e tutti i pareri, anche di persone che non si conoscono tra loro, compreso quello della persona che ho citato prima come critico costruttivo, convergono su di lui: è la persona giusta.
Ma non mi basta, cerco notizie aggiuntive e trovo un TED, a Lecce, in cui, alcuni anni fa, Andrea ha fatto lo speaker.
Il link per vederlo lo trovate cliccando qui: https://youtu.be/8LWMhu43x08?si=s-iw7rcOiIO3JMx1 dura 13 minuti, vi suggerisco di guardarlo tutto, perché è molto istruttivo e importante per tutti quello che racconta.
Nella prima parte, lo speech avvalora la mia scelta in termini di curriculum, reputazione e storie comprovate di successi, mentre la seconda parte avvalora la mia scelta nella parte dell’immedesimazione: Andrea è il Comandante giusto per me.
Il TED ti suggerisco di guardarlo tutto fino in fondo e comprenderai perché ho scelto lui invece che altri specialisti, che magari hanno un analogo prestigioso curriculum.
Lunedì 8 novembre, quando ho conosciuto personalmente Andrea Pietrabissa in ospedale, avevo ascoltato il parere di amici, avevo letto il curriculum, avevo guardato dieci volte il TED, ho fatto la scelta definitiva: è un grande professionista perché oltre al CV e alla indiscutibile competenza, mi ha dimostrato tanta empatia.
L’empatia, ricordo a tutti, non è la simpatia, io, chi mi conosce lo sa benissimo, personalmente, non sono molto simpatico, ma il mio mestiere non è quello di raccontare le barzellette ai miei clienti essendo simpatico, il mio mestiere è quello di aiutarli a risolvere problemi e portare a casa risultati importanti.
Questo mi aspetto da Andrea, non la simpatia, anche se l’ho trovato anche simpatico, ma l’empatia.
Il mio mestiere è quello di risolvere problemi complessi dei clienti immedesimandomi nella loro situazione, capendoli e, da professionista esterno, identificare un problema che anche loro vedono benissimo aiutandoli a risolverlo.
Il mestiere del Prof. Pietrabissa, dal mio punto di vista, è lo stesso: capire il mio problema, mettersi nei miei panni, decidere tecnicamente cosa fare e risolver il problema, nonostante me.
Gli imprenditori con cui lavoro io conoscono benissimo i loro problemi, non hanno bisogno di un consulente del menga che, dopo aver fatto due corsettini motivazionali e aver imparato a usare due tabelle excel o alcune metodi di lavoro che qualcun altro ha ideato gli spieghi cosa fare.
Gli imprenditori con cui lavoro io, hanno bisogno di me e del mio team perché, immersi nei problemi, protagonisti del film che stanno vivendo, non riescono a vederlo con lucidità., non riescono ad astrarsi per valutare lasciando da parte le emozioni.
Per questo hanno bisogno di un consulente che, non essendo coinvolto emotivamente, ma empaticamente si, li aiuti a trovare le soluzioni sciogliendo i nodi che li tengono legati al problema.
Ecco, Andrea Pietrabissa, il mio consulente con compiti anche operativi, durante il colloquio di lunedì 8 novembre, non mi ha fatto sconti, non mi ha nascosto le cose, mi ha rappresentato i rischi, perché ci sono tante cose che potrebbero andare male, ma mi ha parlato anche delle possibilità, che sono tante e positive per cui, in un certo senso, ha confermato quello che la mia testa sta costruendo, questa sfida la vinco, ecco perché l’ho scelto.
La vinco con il team che mi sono scelto, composto da me, dalla mia famiglia, dai miei amici, da chi collabora con me, dai miei meravigliosi clienti, da voi che mi leggete e da Andrea Pietrabissa e dal suo team.
Siamo una squadra fortissimi, andiamo a comandare, ricordando sempre il payoff di questa campagna: #forzaonorecolore accompagnato da questo claim: “Se il destino ci è avverso, peggio per lui”.