Caratteristiche del passaggio generazionale nelle imprese familiari
Il passaggio generazionale nelle imprese familiari ha alcune premsesse:
- Noi cariatidi al comando delle aziende siamo presuntuosi, ottusi e spesso dispotici oltre che teneri genitori accondiscendenti che cazziano ma voglio proteggere i virgulti che, poverini, potrebbero farsi male in azienda.
- Le cose vanno fatte come diciamo noi.
- L’azienda è a nostra immagine e somiglianza e non sia mai che qualcuno mi scavalchi e faccia cose che io non concepisco, non capisco e che non sono nelle mie corde.
- Perché io non ho avuto bisogno di tanta formazione e consulenza, io sono temprato e questi ragazzetti non hanno la minima idea di cosa significa creare un’azienda, hanno avuto vita facile loro.
Amico Imprenditore, quali di queste frasi sono nel tuo panorama di vissuto in tutte le loro varianti?
Lo so, tante, e anche di più. Perché gli eredi non riescono a prendere leadership?
- Perché io ho studiato e tu sei antic* e non capisci.
- Perché io voglio lavorare per vivere e non vivere per lavorare.
- Qualsiasi cosa che faccio non ti va mai bene.
- Però questo week end non mi fermo a lavorare.
- Si, l’auto aziendale la scelgo io e no, in produzione ad avvitare bulloni non ci vado, ho studiato proprio per non doverlo fare.
- Perché se tu alzi la voce, la alzo anch’io non sono più un bambin*
Caro ragazzo ti ci vedi anche tu in queste frasi, in tutte le loro varianti? Si, penso di si.
Le maggiori difficoltà
La prima regola è: tu non sei mio figlio, io non sono tuo padre, in azienda ovviamente.
È una cosa che ho sempre pensato e detto agli Imprenditori con cui lavoro per supportarli nei loro passaggi generazionali ma ora, che mio figlio lavora con me da un po’ di tempo l’ho sperimentata di persona: le persone tendono a vedere Mattia come mio figlio e si rivolgono a lui, anche quando si parla professionalmente, come a un figlio non come un professionista, seppur ancora junior.
Ti faccio un esempio, in alcune riunioni sento dire: “Si Mattia, ottima idea quella di questo video, tuo papà mi aveva detto che questo lavoro l’avresti fatto tu“. Non usano il mio nome, Mauro, ma: tuo papà.
Qui sta l’errore che può apparire banale ma in realtà indica uno stato che non va bene, un modo di comunicare che può creare enormi danni.
In azienda per me Mattia non è figlio e io per lui sono Mauro, non papà.
È buffo sentire un pò di imbarazzo negli altri miei collaboratori quando li correggo su: “Io non sono papà sono Mauro“, anche loro tendono a usare questa parola perché è veramente difficile separare ruolo da sangue, ma va fatto.
Io e Mattia abbiamo preso questo accordo su come nominarci reciprocamente in pubblico, in riunione, al lavoro: Mauro e Mattia, è un pò surreale farlo ma funziona.
Questo accordo insieme a tutti gli altri, va preso prima di iniziare a lavorare insieme, è una questione di ruoli tra di noi e di protezione professionale nei suo confronti.
Evitiamo di chiamare i genitori papà e mamma se sono i nostri capi in azienda, evitiamo di chiamare i figli cucciolo o con vezzeggiativi se sono i nostri junior in azienda: così facendo creiamo il terreno fertile per le incomprensioni le stizze e i capricci.
Se io ti vedo come un figlio ti tratterò come un figlio permettendomi cose che non mi permetterei con un altro dipendente.
Se tu mi vedi come tuo papà, mi tratterai come tuo papà permettendoti o subendo comportamenti che non sono normali in un’azienda, è semplice da comprendere, molto più difficile da realizzare, iniziamo dalle parole che usiamo.
Può sembrare banale, ma per me le parole sono importanti e come le usiamo ancora di più: usare i termini che usiamo in famiglia indica a noi e al mondo che la famiglia e l’azienda sono la stessa cosa, questo, spesso, è il peccato originale.
Non posso dire che funzionerà, perché Mattia lavora con me da troppo poco tempo, però per ora non ci sono problemi, i ruoli sono chiari, i mansionari conosciuti, le statistiche condivise e lui sta crescendo bene nel ruolo che a me serviva ricoprire in azienda e io sono molto contento, mi auguro anche lui.
- Prima di inserire un figlio o una figlia in azienda scrivi i patti: quali sono le regole del gioco e cosa succederà in futuro, con tutte le modalità di ingaggio e di crescita sia in merito al ruolo che al trattamento economico.
- Non si entra in azienda con ruoli operativi se non si hanno le competenze.
- Se non si hanno le competenze ma si vuole entrare in azienda, queste si possono acquisire, ma fino a che non si sono acquisite, non dobbiamo regalare o pretendere ruoli, di nessun genere.
Il nepotismo è la distruzione delle aziende e troppo spesso, noi imprenditori, non abbiamo le palle per evitarlo, perché troppo presi dai problemi in azienda, sottovalutiamo il problema e spesso ci troviamo con i figli in azienda e le grane da gestire, spesso create da noi, che non siamo stati capaci di mettere le regole in chiaro, a tutti, prima di creare il danno.
Affidati a un consulente esterno
Un consulente esterno può esserti molto utile perché vede le cose con obiettività, non è coinvolto emotivamente e può aiutare sia te che i tuoi eredi a organizzare e gestire il passaggio generazionale partendo dai patti e dagli ingaggi iniziali tra te e i tuoi eredi.
Se hai figli in azienda e non hai ancora fatto i patti sarà più difficile far digerire il fatto che l’azienda non è una famiglia, ma è possibile farlo, se tutti ci mettete la testa e la voglia di dare una continuità all’azienda stessa.
Se invece non hai ancora i figli in azienda, ma i tuoi stanno crescendo e iniziano a ventilare l’idea di venire a lavorare con te e a te la cosa aggrada, siediti, con calma, con i tuoi consulenti, con qualche mentore e stendi i patti, sarà uno dei migliori investimenti che tu possa fare, per te e per loro.
Ricorda: i leader non sono responsabili dei risultati, ma delle persone che sono responsabili dei risultati.
I tuoi figli sono le persone che dovranno guidare l’azienda in un prossimo futuro e dovranno portare risultati di cui saranno responsabili.
Per questo dedicare tutte le tue energie per impostare un buon passaggio generazionale è un tuo dovere non è un loro dovere e se non lo fai sei un criminale perché creerai destabilizzazione in azienda e infelicità in famiglia, , contattaci per una chiacchierata, sarà un piacere confrontarci con te, ci trovi qui: [email protected]