Ogni volta che devo programmare un’attività, pianificare un lavoro, suddividere in tappe intermedie il raggiungimento di un obiettivo, mi trovo a considerare diversi aspetti, quali:
la valutazione delle opzioni e la capacità di adattamento mia o delle persone coinvolte.
Pianificazione di un‘attività: suddivisione in piccoli step
Quando si è ben definito l’obiettivo da raggiungere, la cosa principale da fare è suddividere il percorso da compiere in piccoli step, facilmente individuabili e raggiungibili, devono essere concretamente visibili e compresi da chi poi li dovrà raggiungere.
La valutazione delle opzioni
La valutazione delle opzioni è fondamentale, perché permette di riuscire a scegliere quale strada sia la più percorribile, la più efficiente e quella che si adatta meglio al percorso che si vuole fare e alla meta da raggiungere. Ma è importante anche per altro.
L‘importanza di considerare gli imprevisti
Quante volte ci è capitato di incappare in imprevisti? Ne viviamo tutti i giorni, a volte li subiamo, a volte non ci toccano e in altri casi magari li causiamo proprio noi, magari involontariamente. Eh sì, anche noi possiamo essere un imprevisto, per noi o per gli altri.
Quindi cosa fare?
Lezioni apprese dal biliardo
Quando avevo qualche anno in meno, giocavo a biliardo, era la mia passione. Niente mi è mai riuscito così naturalmente come giocare a biliardo. Quel panno, che fosse verde, blu o di qualsiasi altro colore, mi rilassava. Mi permetteva di staccare il pensiero e di farmi concentrare sul gioco, come se fosse solo l’unica cosa esistente al mondo.
Il biliardo mi ha dato grandi soddisfazioni, gioie, sconfitte, vittorie, attimi indimenticabili. Mi ha dato anche tantissime lezioni, che poi ho saputo fare mie ed applicarle nella vita quotidiana, come nel lavoro.
Il mio allenatore, mi aveva insegnato che sì era importante riuscire a mandare in buca l’ultima bilia, ma che non potevi arrivare a farlo finchè non avevi costruito nella tua testa il giusto percorso da seguire.
Ricordo che dopo il primo tiro, la spaccata, quello che rompe le linee delle bilie ben ordinate a triangolo (in caso si parli di palla 8), mi prendevo sempre del tempo per fissare la situazione. Osservare era fondamentale. E non bastava farlo da un punto, da dove mi trovavo in quel momento. Consumavo le scarpe a furia di fare giri intorno al tavolo, fissare la stessa bilia mentre mi spostavo, per vedere come cambiava la situazione, come il riflesso delle lampade a soffitto potevano darmi la giusta direzione, come affrontare il primo tiro, come iniziare una programmazione.
La programmazione a 3 step.
Creazione di un percorso al contrario
Dovevo creare un percorso al contrario. Vedere l’ultima bilia, quella nera, quella che temevo di più, pensare a dove avrei dovuto riuscire ad arrivare con il tiro precedente per essere facilitata nell’imbucarla. Poi dovevo pensare a quale bilia avrei dovuto imbucare prima per arrivare in quel punto e quindi quella ancora prima, e così via.
Ecco, ora avevo uno schema. Uno schema che era immenso. Ma non era finita lì.
Rivedere lo schema e valutare gli imprevisti
Da capo dovevo rivedere lo schema nel giusto ordine e quindi dalla prima all’ultima bilia, pensando a quelle che potevano essere le difficoltà e valutando velocemente i vari imprevisti che avrei potuto trovare. Ma come farlo? Pensando 3 bilie alla volta. Ora che nella testa c’era un ordine, bisognava solo comportarsi come se le bilie da imbucare fossero solamente le prime tre. Impugnavo la stecca, mi appoggiavo sul panno, prendevo la mira, decidevo che effetto dare alla bianca e tiravo. Mi alzavo, controllavo di essere arrivata dove volevo arrivare e pensavo alle prossime 3 bilie, così dopo ogni bilia imbucata. Sovente capitava di arrivare ad eseguire un tiro con poca precisione, soprattutto in gara, quando l’adrenalina è alta, si teme l’avversario e si è osservati dal pubblico. Per cui, bastava rivedere il piano, aggiustarlo, adattarsi alla nuova situazione creata, focalizzare di nuovo l’obiettivo e ripartire con un percorso alternativo.
E questa è la strategia che uso sempre, quella che mi sono cucita addosso, quella che mi permette di essere pronta agli imprevisti, più reattiva e meno distante dalla meta.
E tu quanti step pianifichi? Quale metodo usi per organizzare il lavoro?
“Non posso pianificare niente di importante, soltanto piccole cose. Chi pianifica ciò che è importante trasforma tutto in piccole cose.”
KHALIL GIBRAN